“Caro scrittore di una Grande Casa Editrice, io non sono un tuo ammiratore. Potresti definirmi una persona alquanto invidiosa. Sai, io ammiro gli scrittori veramente bravi, mentre nei tuoi confronti provo solo una feroce invidia. Perché tu non sei bravo, né capace, e né tantomeno hai del talento.
Diciamocela tutta: hai pubblicato perché ti sei fatto degli amici.
So che stai pensando che posso scegliere di non leggerti.
So che stai pensando che sono un pazzo.
So che stai pensando che non sono affari miei
Ma è qui che ti sbagli, perché tutta l’intera faccenda è un mio affare.
Voi, tu e i tuoi amichetti, avete inquinato la letteratura e ucciso i sogni e le speranze di aspiranti come me che ci mettono la testa e lo studio, e non come dite voi, il cuore.
Voi, tu e i tuoi amichetti, avete contribuito a creare un sistema nel quale la pubblicazione è una sorta di concessione divina ai propri accoliti da parte di padroni e baroni.
Voi, tu e i tuoi amichetti, avete permesso che oltre l’amicizia e la legge del mercato non vi siano altri criteri di selezione.
Grazie a voi, le coordinate di questo sistema cartesiano possono essere solo valori di paraculaggine. La meritocrazia, la qualità può essere considerata solo se rientra all’interno dei due criteri sopracitati.
Ora, sappiamo benissimo, io e te, che non solo la vostra scrittura, tua e dei tuoi amichetti, è sciatta, noiosa, insignificante, insulsa, merda di cane, ma è anche una scrittura che uccide il pensiero, l’immaginazione. È uno stile che cerca di atrofizzare il cervello e la mente. Di interrompere il lavoro delle sinapsi. Di creare collegamenti tra le varie aree della mente.
Voi, tu e i tuoi amichetti, raccontate riassumendo, generalizzando, fiumi di parole che precludono l’uso della vista. Voi, tu e i tuoi amichetti, sapete solo concettualizzare. Ma un concetto che non ha forma è invisibile e vuoto.
Ora, sappiamo benissimo, io e te, che la posta in palio non si gioca sullo “show, don’t tell”, che io non sono uno di quegli idioti che segue come un povero demente la signora Luana nella sua, chiamiamola così, crociata. Io non sono uno di quegli idioti in cerca di sfogo.
Io non sono uno di quegli idioti in cerca di una comunità che dia un senso alla mia esistenza.
Io sono uno di quegli a cui sono state mostrate infinite possibilità.
Io sono uno di quegli a cui sono state promesse le chiavi del futuro.
Io sono uno di quegli a cui è stata preannunciata una vita da protagonista.
Invece, oggi, dopo innumerevoli sforzi, mi ritrovo a vivere e subire passivamente le vostre, tue e dei tuoi amichetti, storie vomitevoli, la vostra sciatteria e insolenza.
Ebbene, signor scrittore di una Grande Casa Editrice ho trovato una soluzione al problema.
Io e i miei accoliti (ben diversi da quei quattro poveri stolti che seguono la Luana, la cui unica aspirazione è insegnare loro a scrivere) abbiamo trovato la soluzione finale.
Le caveremo gli occhi, le taglieremo le mani, e le ridurremo il cervello ad una poltiglia. A te e ai tuoi amichetti.
Così, per puro divertimento. Una piccola ricompensa per questi anni così tremendamente noiosi.
Cordiali saluti, un suo fan.
"Grazie a voi, le coordinate di questo sistema cartesiano possono essere solo valori di paraculaggine."
RispondiEliminaHa ha ha ha, giuro che qui stavo rotolando dalla sedia dal ridere. xD
Anche per questa neonata fazione, ecco che ho trovato la colonna sonora più adatta:
http://www.youtube.com/watch?v=SyteyALv0ZA
Perfetta perchè non solo è la fusione di due generi solitamente contrapposti (il rap e il rock), ma sempre per tutto il testo, soprattutto questa frase:
"...e non l'ho fatto per Luana la grana o la fama, ma per trovare l'uscita, non per salire la scala." Sembra quasi che questa canzone l'abbiano scritta apposta per questo personaggio. xD Ascoltala con cura, potrebbe ispirarti per il futuro.
"io non sono un tuo ammiratore."
RispondiElimina"Cordiali saluti, un suo fan."
Ma colui che scrive ammira o semplicemente invidia il destinatario? E si rivolge a lui dandogli del tu o del lei? Trovo confuso questo passaggio.
"perché tutta l’intera faccenda" Se dici tutta, è inutile dire intera, ridondanza.
"che non la posta in palio non si gioca sullo" C'è un "non" di troppo.
"ho trovato una soluzione problema." Manca al.
"e le ridurremmo il cervello" Sbagliato uso del tempo verbale, ridurremo, futuro.
Ok che potresti dirmi che non sei tu ad aver fatto questi errori, ma il personaggio che ha scritto la lettera. Ma questo non ha senso nel momento in cui il tizio dice di mettere testa e studio nello scrivere. Potrà dire boiate, ma almeno le scriverà sicuramente con stile impeccabile o almeno è questo che mi aspettavo.
Marco, grazie per avermi fatto notare queste sviste, ho corretto le frasi.
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