Avalon:
“Estrapolare frasi da un più ampio contesto non rende giustizia alla qualità del testo. Questo serve solo a decontestualizzare e portare acqua al proprio mulino”.
Everton:
“@ Avalon:
Tu non vuoi proprio capire. Non si tratta solo di espressioni di cattivo gusto come “il ragazzo era vecchio”, “Lara era bellissima, di una bellezza tutta femminile”, che non mostrano nulla e fanno venire il vomito, ma anche di logica. Perché il protagonista non ha ucciso il cattivo quando ne ha avuto la possibilità sotto il ponte di Taur? E poi siamo stufi delle stesse storie. Basta con questi orchi e orchetti”.
Avalon:
“@ Everton:
Si vede che non hai letto il mio romanzo, ma ti sei fermata alla recensione di Loris, perché non c’è nessun orco nella mia storia. Poi se il protagonista non ha sferzato il colpo decisivo al nemico lo potrai capire solo seguendo il corso della storia. Ma del resto voi sapete sempre come vanno certe cose, no? Voi avete il vostro manuale e le vostre stupide regole. Sapete dove dovete mettervi le vostre ridicole critiche? Siete solo gente frustata e invidiosa”.
Vincent:
@ Avalon:
“Tu sei un Autore Affermato la cui padronanza delle tecniche di scrittura è certificata dalla pubblicazione con una importante Casa Editrice, per cui fai bene a non ascoltare critiche che, diciamo chiaramente, al 99% sono frutto di invidia spacciata per competenza”.
Disconnessione in atto.
Troppo facile. Sì, tutto troppo semplice.
Grazie a quest’ultimo colpo, Vincenzo, era riuscito a infliggere al suo nemico l’ennesima sconfitta. La sua arroganza e la sua vanità erano un bersaglio troppo evidente. Del resto il suo nemico si sentiva una rockstar della letteratura.
L’unica alternativa valida che il suo nemico era stato in grado di adottare era l’esposizione di un’improbabile erudizione al servizio dei suoi pochi e fedeli lettori. Un paravento per salvare le imbarazzanti storpiature del suo stile. Non sapeva scrivere, questo lo sapeva bene. Allora, aveva deciso di inventarsi intellettuale. Risultato: una patetica proliferazione di post sulle ricerche storiche dell’ambientazione del suo prossimo romanzo a sigillo della sua dedizione e autorità. Come se questo servisse a migliorare la sua scrittura e la sua vena artistica. Come se l’informazione potesse vantare un diritto divino sulla capacità narrativa di un qualsiasi geniale artigiano.
Una storia di merda che tratta del nazismo è pur sempre una storia di merda. Una storia meravigliosa che parla del nazismo è pur sempre una storia meravigliosa. Cazzo, non possiedono la stessa alchimia.
Eppure questi risultati non portavano a nulla. C’erano ancora tanti lettori che lo seguivano e che erano disposti a continuare a leggere tanta altra merda.
Due possibilità si stagliavano all’orizzonte per Vincenzo: lasciare perdere e concentrarsi sulle potenzialità della sua scrittura o convincere la regina a passare al piano c. Ma la regina non avrebbe mai appoggiato questa scelta. Forse qualcun altro, però, si sarebbe convinto. In fondo un po’ di terrore reale avrebbe scosso l’ambiente.
Vincenzo alzò la visiera a scacchi e si tolse il casco. Poggiò il portatile sul pavimento. Si alzò dal divano e andò verso il muro tappezzato dalle foto del suo nemico. Allungò lo sguardo verso uno foto che lo ritraeva con il viso sorridente. Appoggiò la sua mano accanto alla faccia bianca del suo nemico.
“Quanti soldi mi hai fregato, eh? Quanti dei miei risparmi ti sei intascato? Tu mi hai rubato il sogno. Hai preso il mio posto. Dovrei esserci io al posto tuo. Io con il mio grande romanzo”, la mano di Vincenzo strinse la foto. I lati iniziarono a staccarsi dal muro, gli occhi del nemico si persero all’interno del palmo di Vincenzo.
“Pagherai caro. Pagherai insieme ai tuoi amichetti. Questo è il tempo del riscatto. Il tempo del riscatto del verbo sommerso e dimenticato. Le nostre parole diventeranno armi. Le nostre parole diventeranno carne. La nostra carne divorerà la vostra carne. Sarete consumati, mangiati e vomitati”.
Strappò la foto dal muro, arrotolandola.
Avvicinò quella piccola palla alla bocca e iniziò a divorarla.
Bella puntata.
RispondiEliminaCurioso di leggere le prossime!
Davide
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